Nel settore dei trasporti le malattie professionali aumentano!

trasportare pacchi

In Italia si sta assistendo ad un progressivo aumento delle malattie professionali. Questo dato allarmante emerge dalle parole del segretario generale della Filt Cgil, Alessandro Rocchi, che commenta così gli elementi raccolti dall’indagine “La sicurezza non è una ruota di scorta”, svolta dal sindacato di categoria in collaborazione con il Patronato Inca, riguardante le delicate tematiche degli infortuni, delle malattie professionali, nello specifico, nel settore dei trasporti:

“Da tempo sosteniamo che il fenomeno delle malattie professionali è notevolmente sottostimato anche in ambito trasportistico. Molte malattie professionali sono il risultato di una costante usura da lavoro, determinata soprattutto dalla fatica e dallo stress”.

Ma facciamo un passo alla volta: cosa si intende per malattia professionale?!

La definizione la troviamo nel sito INAIL(Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro):

“una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo). La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente: il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose”.

Quando viene riconosciuta ad un lavoratore una malattia professionale, l’INAIL conferisce al soggetto un indennizzo economico e deve coprire le spese mediche riabilitative e richieste per la patologia diagnosticata.

Il lavoratore deve dimostrare, allo scopo di assicurarsi il riconoscimento dell’indennizzo, di avere svolto delle attività lesive che figurano nelle tabelle INAIL, individuate come comportamenti che espongono l’individuo al rischio di malattia professionale, non in modo occasionale, ma continuativo.

Inca e Filt dichiarano che  “nonostante la scarsa incidenza dei casi indennizzati dall’Istituto assicuratore, gli intervistati lamentano patologie lavoro correlate molto diffuse. I disturbi prevalenti sono: dolore lombosacrale (quasi il 60%), circa il 20% afferma di essere affetto da ernia discale e lombalgie acute (60%). A seguire disturbi a carico del tratto cervicale della colonna (20%), dolori ad arti superiori e inferiori (circa il 35%). Significativi i dati sull’età dei lavoratori che soffrono di dolori lombosacrali: il 22% (fra i 40 e i 50 anni) e il 25% (tra i 50 e i 60 anni)”.

Proseguono “l’insieme dei dati presentati oggi evidenzia il valore della iniziativa e l’esigenza di un impegno a far emergere le condizioni di salute dei lavoratori e le malattie correlate al lavoro nel trasporto di merci e persone del nostro Paese..Tutto ciò per garantire, da un lato, il diritto alla salute attraverso iniziative di prevenzione (mezzi nuovi, orari di lavoro che rispettino le norme) e, allo stesso tempo, anche una tutela adeguata ad ogni singolo lavoratore nei confronti dell’Istituto Assicuratore“.

Le aziende appartenenti al settore dell’intralogistica, dello stoccaggio e movimentazione merci dovrebbero impegnarsi nel dotare le proprie strutture e i lavoratori di mezzi nuovi e strumenti atti ad evitare, in particolar modo, il sovraccarico della schiena e della zona lombare: carrelli saliscale, transpallet, muletti e carrelli elevatori.

Mentre questi ultimi sono perfetti per magazzini e grandi aree, i carrelli saliscale sono l’ideale per tutti quei lavoratori che svolgono consegne e che trasportano merci pesanti su scala.

Fonte: http://www.adnkronos.com/