Grazie ad una legge approvata nel corso dell’anno scorso, in Italia è possibile commercializzare ed acquistare cannabis light all’interno di negozi autorizzati. La liberalizzazione della canapa è posta sotto lo stretto controllo della legge e prevede condizioni specifiche delle sostanze poste alla vendita. Ad ogni modo, questa normativa ha permesso la nascita di un nuovo business e, per chiunque intendesse cimentarsi in una nuova avventura imprenditoriale, è ora possibile pensare di aprire negozi a base di canapa.
Ad oggi, il potenziale di un negozio che vende canapa legale è altissimo: se i prodotti sono del tutto certificati e normati, la strada verso il successo commerciale è praticamente certa. Si tratta infatti di un mercato nuovo ed inesplorato, ma che promette decisamente bene e attira sia giovani ragazzi che adulti, in egual misura.
In questo periodo la domanda è in costante aumento e questo si dimostra essere il momento ideale e cruciale per avviare una attività che ruoti attorno alla cannabis legale.
Legalmente, in Italia è ancora vietato l’uso e la vendita di canapa; il discorso però è completamente diverso per tutti i prodotti realizzati con derivati della canapa (ovvero la pianta della cannabis) e per i prodotti alimentati aromatizzati alla cannabis. Dunque, è possibile commercializzare ed acquistare i prodotti a basso THC (tetraidrocannabinolo), ovvero che non possiedono alcuna natura stupefacente. Viene comunemente definita canapa light (o cannabis light) proprio la cannabis che non contiene alcuna traccia di THC o che ne contiene livelli talmente bassi da non poter provocare alcun effetto psicoattivo sul consumatore. La legge italiana definisce quali sono i limiti tollerabili di THC, e chi decide di intraprendere l’apertura di un negozio di prodotti derivati dalla cannabis deve assicurarsi che i propri prodotti siano completamente legali e certificati, che rispettino i limiti di THC e, inoltre, bisogna mantenersi aggiornati su eventuali modifiche legislative.
Se si intende aprire un negozio di cannabis light con prodotti a basso THC, il percorso prevede delle tappe burocratiche imprescindibili: innanzitutto l’apertura della partita IVA, l’iscrizione al registro delle imprese ed una comunicazione d’inizio con apertura delle posizioni all’INPS e all’INAIL. Se il proprio negozio prevede il commercio di alimenti al sapore di cannabis, allora è fondamentale richiedere un attestato SAB oppure un altro certificato per la vendita di prodotti commestibili. Come per qualsiasi esercizio commerciale, anche per un nuovo negozio per la vendita di cannabis light è richiesto che il locale rispetti tutte le norme igieniche, di sicurezza, impiantistiche e di accessibilità, nonché il permesso dell’ASL.
In linea generale, per poter aprire un negozio che commercializza canapa light è necessario un ammonto in denaro che varia dai 20mila ai 30mila euro di investimento. Minore è la quantità di denaro che richiede l’apertura di un negozio della stessa categoria sfruttando il franchising, poiché in quel caso la cifra si aggira intorno ai 15mila euro.
Una parte non trascurabile del budget sopracitato deve essere investita nel processo di comunicazione e di pubblicità: infatti la promozione di un prodotto e del proprio locale è sempre importante, ma il discorso si fa più cruciale e decisivo se si tratta di un argomento nuovo e socialmente coinvolgente come la cannabis. Dunque, quando sarete sicuri di avere tutte le carte in regola e avrete completato il vostro negozio, ricordate di investire parte del vostro capitale in una convincente strategia comunicativa.
Non solo cannabis per il fumo o alimentare sono al centro di questo nuovo mercato: infatti, spesso e volentieri i negozi che vendono canapa light sono forniti anche di numerosissimi gadget, attrezzi, oggettistica ed altro, che fanno da contorno garantendo un ricavato sempre positivo.