Olio extra vergine low cost, attenzione al truffe

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Molte persone oggi fanno la spesa facendo attenzione a spendere meno possibile. Purtroppo la crisi è una realtà: ma bisogna fare attenzione a non acquistare dei prodotti di scarsa qualità, che potrebbero essere contraffatti o adulterati.

Questo è ciò che avviene, ad esempio, quando si trovano alcune offerte “incredibili” sull’olio extra vergine di oliva al supermercato.
L’olio extra vergine di oliva è un prodotto notoriamente abbastanza costoso: la materia prima di qualità e le procedure di lavorazione non lo rendono, di base, un prodotto economico. Tuttavia capita di trovare al supermercato oli extra vergini proposti a pochi euro al litro. Ma come è possibile? Si tratta di offerte, o c’è qualcosa che non torna? È possibile che un olio extra vergine di qualità possa costare solamente 3/4 euro al litro? La risposta è no.

Un buon olio extra vergine d’oliva, che sia del Salento o del Belice o di qualsiasi altra zona non può assolutamente costare cosi poco: è questione di mercato, nessuno regala nulla, l’olio extra vergine se fatto bene e con prodotti di una certa qualità non può scendere sotto un certo costo.

Come è possibile quindi trovare al supermercato degli oli a meno di 3 euro al litro? Eppure capita di vederli, di tanto in tanto.
Bisogna diffidare dalle offerte low cost: se un olio extra vergine di oliva costa così poco, c’è qualcosa sotto.

Purtroppo ad oggi l’olio è in pericolo in Italia; spesso vengono importati prodotti dall’estero e spacciati per italiani con etichette al limite della legalità, oppure si tratta di oli le cui olive sono coltivate con pesticidi ed insetticidi. I prezzi si abbassano assieme alla qualità, e le grandi aziende non si fanno scrupoli per cercare di attirare più clienti possibili: neppure scrupoli di salute.
Secondo una indagine dell’ARPAM, Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche, negli ultimi anni le truffe si sono moltiplicate. Su dieci bottiglie di olio extra vergine di oliva quattro erano con pesticidi all’interno.

Fra questi pesticidi è stato rilevato un derivato del DDT che è proibito in Italia dal 1978. Si tratta di prodotti che sono dannosi per la salute e per la natura, e vengono usati in massa sulle piante per farle rendere di più e per creare più olio possibile. L’uso di sostanze chimiche permette di curare di meno le piante, ma non è l’unico “trucco” usato per tenere bassi i costi. Ad esempio ci sono produttori che non aspettano la maturazione massima dell’oliva per passare alla spremitura. La spremitura dell’oliva prima del tempo comporta un grado di acidità molto alto e quindi, per dissimulare l’acidità che non è affatto gradevole, spesso si usano altri prodotti chimici.

Così, dell’olio extra vergine di oliva naturale al momento dell’imbottigliamento è rimasto ben poco. E il consumatore paga qualche euro in meno ma acquista spesso un prodotto di scarsa qualità.
A ciò si aggiunga che molte persone non leggono l’etichetta e che la legislazione europea non è certo a favore della trasparenza. Basti pensare che non è obbligatorio indicare la provenienza dell’olio; se l’olio è almeno al 75% di origine italiano, si può indicare sulla bottiglia.

Le bottiglie di olio extra vergine di oliva senza indicazione quindi contengono sicuramente alte quantità di olio estero, che proviene da Spagna, Grecia, Tunisia e Turchia, e spesso si tratta di mix di oli, dato che la legge permette di integrare l’olio extravergine con prodotti di qualità minore.