La tradizione del massaggio indiano, che vanta millenni di pratica e teoria, da diversi decenni è arrivata in occidente col suo carico di suggestioni e possibilità di agire per il benessere tramite manipolazioni.
I trattamenti di massaggio ayurvedico si eseguono come dei veri e propri rituali, una interazione tra il massaggiatore e il massaggiato che presuppone uno scambio energetico benefico.
Per questo, la formazione per chi desidera diventare un massaggiatore ayurvedico non consiste solo nel recepire e applicare determinate tecniche manipolatorie, ma anche nello studio dei principi base della dottrina. Dopo aver frequentato dei corsi di massaggio base, si deve lavorare su dei corsi di massaggi ayurvedici definiti, in cui a livello concettuale si studiano cultura Ayurveda, cultura dei massaggi orientali e, soprattutto, il sistema dei Dosha.
Elementi vitali e Dosha
Si tratta delle sostanze energetiche e biologiche di cui siamo formati, l’essenza di energia che nel massaggio ayurvedico ci consente di agire al meglio indirizzando le manovre a seconda delle necessità.
Ogni individuo fa parte di un richiamo agli elementi principali della materia e i 3 Dosha derivano dagli elementi stessi per donarci la loro forza (cinque elementi che costituiscono tutta la materia, aria, etere, fuoco, acqua, terra).
Partono tutti dal Prana, il respiro universale del mondo che rappresenta la sua essenza energetica, una forza che forma ogni forma di vita e da cui si originano i Dosha bioenergetici individuali.
Si dividono in Vata, Kapha e Pitta, costruttori di vita a diversi livelli, di cui il primo è il livello sottile che comprende spirito e materia – la sfera astrale della realtà detta Suksma.
Il Dosha, sostanza bioenergetica, deve essere mantenuto nel sue equilibrio di forza vitale, e per questo un lavoro sui massaggi ayurvedici presuppone la conoscenza dei Dosha individuali.
Gli interventi dei massaggi sui Dosha
Valutando gli effetti delle manipolazioni sul corpo umano, contemporaneamente, si valutano gli effetti dei Dosha sul corpo stesso, per una completa integrazione dell’azione del massaggio.
Tra i Dosha, Vata rappresenta il principio dell’impulso, Pitta rappresenta quello della trasformazione continua e Kapha il principio del consolidamento energetico.
I Dosha sono in grado di regolare e mantenere alcune funzioni degli organi e le funzioni fisiologiche, facendo un lavoro di intermediazione tra corpo ed esterno – una sorta di schermo che protegge l’organismo da alimenti, stress, tempo meteorologico, sbalzi umorali ed emozionali.
Bisogna saper capire quale energia Dosha agisce sul nostro corpo, per un trattamento ayurvedico ottimale. Si lavora con la diagnosi dei Dosha e del loro eventuale squilibrio, un punto chiave della pratica ayurvedica.
I 3 Dosha
Vata
Costituito dall’elemento aria, Vata significa vento, suggerisce un’energia di movimento e impulso, che coinvolge i movimenti corporei dalle cellule ai tessuti, fino al sistema muscolo-scheletrico. Il Vata interessa i sensi, la respirazione e il sistema nervoso.
Pitta
Costituito dall’energia dell’elemento fuoco, si associa alla trasformazione: dal livello cellulare e dei tessuti a quello degli organi, fino alla psiche. Una continua modificazione energetica che, in particolare, coinvolge l’apparato digerente, il cuore, la pelle, regola i flussi di sangue e sudore, temperatura del corpo e la sopravvivenza stessa.
Kapha
Questo Dosha è legato all’elemento acqua, per il mantenimento dei fluidi del corpo, dal plasma sanguigno al fluido cerebro-spinale e il liquido sinoviale. È il Dosha più materiale, che concepisce le forme fisiche e le rende uniformi, proteggendole tramite le qualità di compattezza e pesantezza.