Tecarterapia, cosa significa “Tecar”?

tecarterapia

La parola Tecar è l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo e sta ad indicare il metodo con cui dispositivo agisce sui tessuti del nostro corpo.

“Tecar” e “diatermia” sono la stessa cosa?

Se un medico dovesse prescrivervi delle sedute di “Diatermia da contatto” sappiate che sta parlando di tecarterapia. Infatti questo dispositivo sfrutta il principio della diatermia (die= attraverso, terme = calore) ossia utilizza correnti ad alta frequenza che producono calore.

Cosa è la tecarterapia?

La tecarterapia è un elettromedicale costituito da 2 componenti:

  • Un generatore di corrente alternata ;
  • Un circuito di applicazione formato da una coppia di elettrodi (uno è preso in mano dal terapista e l’altro è rappresentato da una piastra che sta a contatto con il paziente).

Quando il terapista inizia ad applicare l’elettrodo che tiene in mano sul corpo del paziente il circuito elettrico si chiude e il paziente diventa parte del circuito. Il fisioterapista utilizza un’apposita crema conduttiva sulla zona da trattare, in modo da migliorare la cessione energetica nel corso del trattamento.

Il Centro di Fisioterapia Medben, ottimo centro per la tecarterapia a Roma è provvisto di una crema conduttiva personalizzata, che a differenza delle altre ha una bassa percentuale di idrocarburi (paraffina) ed è arricchita da sostanze naturali profumate e da vitamina E.

In questo modo offriamo ai nostri pazienti un prodotto più sano, più gradevole e che faccia bene alla pelle: anche la crema è terapeutica 😉

Cosa significa trattamento capacitivo e resistivo?

Con la tecarterapia si somministra energia ai tessuti (Trasferimento Energetico) mediante due modalità differenti, capacitiva e resistiva, che vengono scelte in base al tessuto target da trattare.

La modalità capacitiva trasferisce energia soprattutto nei tessuti superficiali, infatti è la modalità che utilizziamo nel protocollo di fisioterapia estetica per trattare inestetismi come rughe del viso e cellulite alle cosce.

La modalità resistiva, utilizzando l’osso come interfaccia, lavora quindi più in profondità nel tessuto che si trova in prossimità dell’osso, è infatti utilizzata per trattare lesioni tendinee.