Neuroma di morton: cause, sintomi e decorso operatorio

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La patologia del neuroma di morton

Il neuroma di morton, o anche neurite, per il suo nome, incute un timore ingiustificato in quanto potrebbe far pensare a una patologia molto più grave di quella che è realmente. In realtà questa patologia è una forma di metatarsalgia, ossia di un dolore che viene riferito dal paziente, al livello della porzione plantare del piede vicino alle teste dei metatarsi che ha un’origine di tipo neurologica. Si tratta di una sindrome da intrappolamento.

La parte interessata è un nervo che si trova tra gli spazi delle dita, nervo digitale, il quale per motivi riconducibili anche un po’ alle cause dell’alluce valgo, possono determinare dei restringimenti a livello di questo spazio, con un intrappolamento del nervo. Questo può causare una forma di neuroma e, non è altro che una forma proliferativa, dove il nervo può sviluppare un tessuto eccessivo e creare una piccola massa che può variare da quattro ai sette millimetri circa, diventando alquanto fastidiosa.

Se tale patologia non è in forma avanzata, il paziente avverte dolore solo nel momento in cui poggia il piede a terra o cammina, di conseguenza quando va in carico e non percepisce dolore se tiene il piede a riposo. Al contrario se il neuroma è avanzato, il paziente avverte un forte dolore anche stando a riposo, in questo caso si ricorre all’intervento del neuroma di morton.
Solitamente il neuroma si forma tra il terzo e il quarto dito, raramente può formarsi tra il secondo e terzo o il quarto e quinto dito del piede.

La diagnosi che viene effettuata è una diagnosi di tipo clinico, quando la descrizione del disturbo da parte del paziente porta il chirurgo ortopedico specialista del piede a fare un esame appropriato che può essere un test come un’ecografia o una risonanza magnetica.

Curare la disfunzione del neuroma di morton

Esistono diversi tipi di cura per il neuroma di morton che possono essere metodi non invasivi, come delle semplici cure mediche quali trattamenti antinfiammatori o trattamenti infiltrativi, che purtroppo generalmente non risolvono il problema. Determinate terapie tendono solo ad aiutare il paziente a convivere con questa patologia se il dolore non è tale da obbligare quest’ultimo a non deambulare. Nella maggior parte dei casi si arriva alla decisione di effettuare un intervento chirurgico o microchirurgico.

Ad aumentare questo disturbo possono essere abitudini scorrette: come scarpe troppo strette. Soprattutto nelle donne, quando queste utilizzano troppo spesso calzature con i tacchi e con le punte anteriori eccessivamente strette.

Anche i podisti sono spesso a rischio, ma anche chi soffre di artrite reumatoide.
Chi ha questo problema, ha la sensazione iniziale di avere un piccolo “sassolino nella scarpa” e la perdita di sensibilità in quella piccola porzione del piede, fino a quando il nervo non si infiamma e si ingrossa provocando addirittura delle forti scosse oltre al dolore.

L’intervento chirurgico per questa malattia

La chirurgia del piede, nel corso del tempo ha sicuramente avuto delle grandi evoluzioni e grazie a molti studi ora è possibile intervenire con tecniche di chirurgia percutanea. Con anestesia locale, attraverso incisioni minime di due o tre centimetri poste prevalentemente in zona non di carico, quindi sul dorso del piede, è possibile asportare il neuroma. Intervento che ha la durata di circa mezz’ora.

La cosa fondamentale, dopo tutto il percorso è quella di adottare delle sane abitudini per la rieducazione del piede. La ripresa post operatoria è molto rapida, solo raramente sono necessarie cure fisioterapiche particolari, nella maggior parte dei casi, basta eseguire dei semplici esercizi e l’assenza del dolore consente la ripresa della deambulazione con scarpe fisiologiche, ossia tacco basso e punta ampia.