Germania: autostrade gratis ancora per poco?

topaudio.it_800x533

Le autostrade in Germania non sono a pagamento, almeno per ora: la situazione, infatti, potrebbe cambiare nel giro di breve tempo, ma l’annuncio di questa novità ha già fatto storcere il naso a un gran numero di automobilisti da sempre abituati alla gratuità dei propri spostamenti. Molti italiani amano viaggiare sulle autostrade tedesche proprio per questo motivo (oltre che per il fatto che non ci sono limiti di velocità): ma pare che tra poco dovranno abbandonare anche questo piacere. Non sono chiare le ragioni per le quali in Italia le autostrade sono a pagamento e a Berlino e dintorni no: proviamo a fare il punto sulla situazione

Così come nel Regno Unito e in Svezia, anche in Germania le autostrade sono pubbliche, e quindi non a pagamento. La rete delle Autobahn si estende per circa 13mila chilometri ed ha sempre ottenuto i finanziamenti necessari con le risorse provenienti dal bilancio statale. Va detto che di solito la fruizione è gratuita, ma ci sono comunque delle eccezioni: a partire dal 2005, infatti, è stato introdotto un primo modello di pedaggio che riguarda i veicoli la cui massa a pieno carico supera le 12 tonnellate. Si tratta, tre l’altro, di un sistema innovativo che fa riferimento al rilevamento satellitare dei mezzi di trasporto.

Perché, allora, le autostrade in Germania non saranno più gratis? Pare che sin dall’anno prossimo gli automobilisti saranno costretti a pagare un pedaggio. Il primo proposito di questo tipo era stato manifestato dalla Csu durante la campagna elettorale di sei anni fa: l’idea del partito dominante in Baviera dovrebbe essere applicata dal 2020. Non ci saranno i caselli come in Italia, però, ma sarà predisposto un sistema di bollini autoadesivi: non una novità in assoluto, dal momento che questa soluzione è già stata adottata, per esempio, in Slovenia e in Austria.

Non dimentichiamo, naturalmente, la questione ambientale: il numero di vetture in circolazione sta aumentando esponenzialmente e questo, legato allo scarso controllo degli impianti di scarico, rischia di incidere ancora di più sull’inquinamento, in un paese che già deve far fronte al rinnovamente delle sue industrie siderurgiche (altamente inquinanti) e non può permettersi altri passi falsi sul fronte ambientale.

Ma come dovranno essere pagate, in pratica, le autostrade?

Chi viaggia non dovrà far altro che comprare il bollino, il cui prezzo varia in base alla durata. Per tornare all’esempio austriaco, si può scegliere se acquistare un bollino che dura 10 giorni, un bollino che dura 2 mesi o un bollino che dura un anno intero. Una volta che il bollino è stato applicato sul parabrezza, si è liberi di viaggiare dove si vuole e di sfruttare tutta la rete autostradale, senza limitazioni di carattere geografico, ovviamente fino alla scadenza prevista.

Va detto che il provvedimento, che è stato voluto in maniera decisa dal governo di Angela Merkel, è ancora in dubbio dal momento che è stato presentato alla Corte europea di giustizia un ricorso in proposito. L’aspetto più curioso della vicenda è che tale ricorso non è stato inoltrato da qualche associazione di consumatori o di automobilisti, ma addirittura dall’Austria, che accusa i tedeschi di un trattamento discriminatorio. Pare, infatti, che la Germania non abbia intenzione di far pagare il pedaggio ai veicoli immatricolati nel Paese: in questo caso il costo del bollino sarebbe sottratto dalla tassa automobilistica. Con un sistema di questo tipo, come è facile intuire, a essere penalizzati sarebbero gli automobilisti stranieri. Tuttavia, fino a questo momento erano stati i contribuenti tedeschi a pagare anche per gli stranieri, i quali usufruivano senza spendere un centesimo di una rete che era stata pagata e mantenuta con i soldi delle tasse locali.

La questione della gratuità delle autostrade è, ovviamente, molto delicata e non può essere sintetizzata in poche lamentele populiste. Certo è che le infrastrutture sono fondamentali in un Paese di primo piano a livello mondiale – che si tratti di Germania o di Italia – e che esse presuppongono costi non indifferenti, non solo per la loro costruzione iniziale, ma anche per la loro manutenzione nel corso degli anni. Il tragico caso del Ponte Morandi di Genova è un esempio sin troppo chiaro in tal senso.

Ecco, dunque, che proponendo un utilizzo a pagamento della rete di autostrade, si ottengono entrate preziose, a maggior ragione in un momento di crisi economica che rischia di trasformarsi in recessione e che sta coinvolgendo anche un Paese sano come quello tedesco. In Italia, il pedaggio viene versato dagli automobilisti alle società concessionarie che gestiscono le autostrade tramite caselli di entrata e di uscita, ed è calcolato in funzione del numero di chilometri che vengono percorsi

Per altro, occorre sapere che sin dalla prima metà degli anni Novanta in Germania anche gli investitori privati hanno la possibilità di costruire tunnel, ponti o tratte di infrastrutture specifiche, per poi gestirle ed eventualmente chiedere un pedaggio a chi le utilizza: tuttavia tale opportunità è stata sfruttata solo di rado dalle imprese. Perché? Per la complessità del progetto ed i costi che, molto spesso, non vengono ammortizzati. Come ci spiega Tecnofrese, azienda che si occupa della costruzione e della manutenzione delle strade, costruire le “arterie” di una nazione è un’impresa ingegneristica e di pianificazione non indifferente. Per cui servono competenze verticali e macchinari all’avanguardia della tecnica, non note ai più, ma fondamentali per strade sicure che durino negli anni.

La Germania si appresta ad un cambiamento che avrà un reale impatto sulle casse dello stato, non resta che aspettare e seguire gli ulteriori sviluppi, sapendo che anche un modello del genere potrebbe portare notevoli benefici anche al nostro paese. Sarà il caso di prendere appunti?