Contratto come collaboratore indipendente: come funziona e com’è disciplinato
Il contratto dei procacciatori d’affari non è disciplinato dal Codice Civile, un paradosso se si pensa che è uno dei lavori attualmente più diffusi sull’intero pianeta. Attraverso questa collaborazione, la società mandate conferisce ad un soggetto il compito di individuare e segnalare opportunità commerciali in maniera occasionale, saltuaria e quindi senza risultare essere alla dipendenza di qualcuno.
In pratica, il suo compito è esclusivamente quello si segnalare potenziali clienti o opportunità. Questa caratteristica, insieme al carattere sporadico distingue il procacciatore d’affari dall’agente di commercio.
Le condizioni pattuite: mansioni, obiettivi, remunerazione vengono formalizzate tra le parti attraverso la lettera d’incarico come procacciatore d’affari ed in questa guida vedremo come farla e quali sono i punti focali.
Quest’ultima serve solo a formalizzare la prova esistente di un rapporto lavorativo tra azienda e segnalatore. Essa identifica:
- l’oggetto dell’attività,
- il regolamento a cui il procacciatore dovrà attenersi,
- entità e modalità di erogazione del compenso (provvigioni)
Dal punto di vista fiscale, i procacciatori d’affari occasionali non hanno l’obbligo di iscrizione ai fini d’Iva ma, emette esclusivamente una semplice ricevuta soggetta a marca da bollo da € 2.00 se l’importo è superiore a 77.47 €.
Ai fini Inps questa figura lavorativa è esclusa anche dal versamento previdenziale Inps per importi non superiori a 5.000 €
Trattandosi di un contratto atipico, come sopra spiegato, non vi è alcuna normativa di riferimento a parte le clausole generali del Codice Civile.